Almaviva Contact chiude a Roma: il call center del Gruppo Almaviva che lo scorso 21 marzo aveva avviato la procedure di riduzione del personale nelle sedi capitoline (dove lavoravano più di novecento persone) tira giù la saracinesca.
Sembrava che un accordo fosse stato raggiunto con i sindacati e invece l’azienda li ha nuovamente convocati per comunicare l’apertura di una nuova “procedura di riduzione del personale, all’interno di un nuovo piano di riorganizzazione aziendale“. Ecco una parte del comunicato con il quale Almaviva Contact comunica la sua decisione:
Viene confermato uno scenario di mercato in costante deterioramento – almeno dieci le aziende del comparto chiuse negli ultimi mesi – che rimane assoggettato ad inalterati fenomeni distorsivi, senza registrare gli effetti delle iniziative di riordino dichiarate. Come dimostra, nonostante chiare leggi dello Stato che rimangono inapplicate, l’incontrollato aumento delle attività delocalizzate in Paesi extra UE: sulla base dei dati ufficiali dell’Instat albanese, nel 2015 è raddoppiato il numero dei call center che lavorano per il mercato italiano con oltre 25 mila posti di lavoro. Inoltre, si è certificato il perdurante andamento di gare ad evidenza pubblica bandite o aggiudicate a tariffe del tutto incompatibili con il costo del lavoro, dai casi più volte denunciati del servizio infoline del Comune di Milano e dello 060606 del Comune di Roma, fino alla recente gara per il servizio Recup della Regione Lazio con base d’asta sottostante i minimi contrattuali di qualsiasi contratto nazionale di lavoro. In tali condizioni, per quanto l’Azienda abbia onorato tutti gli impegni stabiliti, i conti economici di Almaviva Contact registrano un ulteriore peggioramento che impone l’obbligo di intervenire al fine di garantire l’equilibrio aziendale e di salvaguardare, nella misura possibile, la continuità occupazionale