Roma, si sa, è una giungla di negozi. Di attività, di offerte, di possibilità infinite di andare a mangiare fuori. Ed ecco allora che la gestione di tutto questo è delicato, e il Comune, naturalmente, deve dare delle risposte. Come sta facendo in questi giorni: la Giunta presieduta dal sindaco, Gianni Alemanno, ha approvato all’unanimità, su proposta dell’assessore alle Attività produttive, Davide Bordoni, il regolamento per la disciplina delle attività commerciali di somministrazione di alimenti e bevande.
Il provvedimento verrà ora esaminato dal Consiglio comunale per l’adozione definitiva. Dieci municipi su 13 hanno risposto all’Amministrazione centrale per dare un parere sul provvedimento, e si sono espressi a favore dell’identificazione di nuovi criteri per il rilascio delle autorizzazioni per le nuove aperture e i trasferimenti di sede. Gli esercizi dovranno rispettare requisiti strutturali riguardanti la somministrazione di alimenti e bevande e la superficie destinata ai servizi, con particolare riguardo agli spazi dedicati alla manipolazione degli alimenti, spiega il Comune.
Ed è necessario il rispetto di determinati criteri di qualità riconducibili alla professionalità del titolare dell’attività commerciale e degli addetti al servizio di somministrazione, alle caratteristiche del locale e alla qualità del servizio offerto. A ognuno di questi criteri è attribuito un punteggio: il regolamento suddivide il territorio comunale in tre zone. Così si pensa di valorizzare sia il centro che la sua storia, ma anche di perseguire lo sviluppo delle periferie.
E’ richiesto, quindi, un punteggio minimo che varia in base alla zona dove si trova l’attività commerciale. Particolari agevolazioni saranno applicate alle richieste di autorizzazione per il trasferimento di attività già in essere al momento dell’adozione del nuovo regolamento comunale. Si punta quindi sulla qualità, con nuovi parametri per bar e ristoranti, con l’intento, perseguito non solo dalle istituzioni ma anche dagli stessi esercenti, per un servizio efficiente e dalla parte dei cittadini.