Centri commerciali aperti a Roma, ora si inverte la rotta. E’ quanto ha dichiarato alla stampa ieri il sindaco Marino, intervenendo davvero a gamba tesa in merito ad un tema che necessita senz’altro una ridefinizione-quadro. Il neo primo cittadino punta il dito contro i maxi agglomerati di negozi tutti all’interno di un’unica area. Troppo complessi nuovi progetti, ma, soprattutto, troppo a rischio l’artigianato ed il commercio tradizionale.
Quelli noti alla gente comune come i ‘piccoli’, insomma, dinanzi alla nuova apertura dell’ennesimo centro commerciale boccheggerebbero. “Non intendiamo avviare politiche che portino all’apertura di nuovi centri commerciali, anzi vogliamo difendere le botteghe storiche che rappresentano la storia e la cultura delle piccole e medie imprese romane”. Marino aha parlato a margine di un convegno al Tempio di Adriano, specificando che verrà edificata addirittura una Casa dell’Artigianato, all’interno della quale si valorizzerà il know how italiano. La conoscenza tutta nostrana, propria in diversi campi: da quello artistico all’hobbistico, manifatturiero, calzaturiero e così via. Un progetto che dovrà puntare, però, a far rinnovare il vecchio in funzione di un futuro non da temere, ma da intendersi quale un’opportunità da cogliere. “Con l’Assessore Caudo -precisa il sindaco di Roma – Stiamo studiando molte aree.
Quella di via Guido Reni, con le caserme dismesse, e’ una di quelle che abbiamo preso in considerazione per ospitare la casa dell’artigianato”. Molto interessante, non c’è che dire. Proprio di fronte a Ponte della Musica ed a Piazza Gentile da Fabriano. Divisi tra arte e mercato rionale interno. Tutto raggiungibile anche con la linea del tram 2. Certo, realizzare qualcosa del genere al quartiere Flaminio, che in genere sonnecchia o viene invaso solo in concomitanza con le partite di calcio e con le serate al Teatro Olimpico sarebbe davvero una bella impresa. Se poi, magari prima di ciò, si riuscisse anche a lavorare di concerto con il Governo e a spingere sull’abbassamento delle tasse, forse sarebbe anche meglio. Che ne pensate su come si stanno gestendo i negozi a Roma? E’ sufficiente bloccare il nascere di nuovi centri commerciali per non saturare il mercato?
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