Non sembrano esserci buone notizie per i negozi di Roma, in questi tempi di crisi. Anche gli esercizi commerciali, infatti, risentono, e spesso lo possiamo vedere da vicino e dalle serrande chiuse nelle nostre strade. Ecco, allora, i numeri di quello che è sotto gli occhi di tutti.
Negli ultimi due anni a Roma hanno chiuso circa ottomila piccoli esercizi commerciali, con una espulsione dal mondo del lavoro di 30 mila addetti
E’ il grido d’allarme lanciato in questi giorni dal presidente di Confesercenti Roma e Lazio, Walter Giammaria. Che spiega: Roma ha 400 mila imprese, il 60% delle quali sono piccole e medie imprese che fanno commercio, turismo e artigianato. E’ una forza economica che porta con se tanti lavoratori e deve avere più attenzione.Una considerazione che passa da quel che si può vedere soprattutto tra le stradine del centro. Oggi, nel centro storico, ci troviamo con vie e viuzze in cui i negozi sono chiusi e questo non era mai avvenuto prima. Il presidente di Confesercenti Roma spiega anche che a causare la chiusura di tutte queste attività commerciali sono spesso i prezzi troppo elevati degli affitti per i negozi. Un problema molto sentito, soprattutto in città grandi e “quotate” come la Capitale.
Giammaria fa anche degli esempi reali, che certamente sono emblematici della condizione dei negozi di Roma.
Come è possibile che nel centro storico per 100 metri quadri si vengono a pagare fino a 30 mila euro al mese? Quale negozio può sopportare questi soprusi, queste angherie? Noi non vogliamo assistenzialismo ma garanzie perchè per qualsiasi negozio queste sono cifre insostenibili. Il problema è che le leggi italiane oggi garantiscono più le rendite immobiliari e parassitarie e non il tessuto produttivo degli imprenditori che rischiano
Un problema nazionale, quindi, per Confesercenti, che si riverbera anche e soprattutto a livello territoriale.