Crepes a Roma proprio come in un bistrot di Parigi? La risposta è La Creperie di Testaccio. Un’attività intrapresa nel 1983 da due giovani romani che decisero di aprire in uno dei quartieri più grandi di Roma la prima vera crêperie della Capitale.
Con il passare degli anni La Creperie di Testaccio ha cominciato a portare avanti una serie di nuove esperienze culinarie ed è diventata, perciò, una meta fissa per i cultori della cucina alternativa. Vediamo come…
Intanto bisogna dire che tutti i cambiamenti sono avvenuti conservando la gestione familiare con Marisa, Cinzia e Maurizio e anche la qualità e quantità dei piatti. C’è stata una diversificazione del menù che dalle crêpes (oltre 100, tra salate e dolci) si è ampliato per offrire piatti provenienti dalle cucine regionali e dal mondo. Anche il locale è cambiato nel tempo perché è stato ristrutturato in chiave etnica, con colori ed arredi dal gusto tipicamente mediterraneo. “La curiosità di conoscere e presentare gusti nuovi di altri Paesi si affianca alla passione per i sapori della tradizione familiare, al gusto di cucinare con semplicità con il desiderio di nutrire anche l’anima”, dicono i proprietari. Inoltre l”impegno quotidiano de La Creperie è rivolto anche alla scelta di prodotti di qualità provenienti da coltivazioni biologiche e bio-dinamiche, a sostegno delle piccole aziende portavoci di un mercato equo e solidale.
Ma diamo anche un’occhiata al menu: quello serale è composto da 131 pietanze tra antipasti, insalate, piadine, pani indiani, messicani ed arabi, galettes salate, piatti dal mondo e crêpes dolci. A pranzo ci sono paste fatte in casa, assaggini del giorno, piatti mediterranei e altre proposte culinarie differenti. E c’è anche un menu pensato per i celiaci che non possono assumere glutine, menu che comprende paella vegetariana, panella di ceci o felafel, dosa indiana con salsa allo yougurt, bresaola e rughetta, crepes dolce di farina di castagne con miele d’arancio e ricotta.
La Creperie di Testaccio
Via Galvani, 11
00153 Roma
tel. 06/5743814
Photo Credit: odealvino