Non c’è niente da fare, anche il Disney Store di Roma come tutti gli altri negozi italiani del marchio non è recuperabile: la scelta presa dall’azienda è quella di dare spazio all’e-commerce, favorendo in questo modo un approccio diverso all’acquisto. Lo stupore dei lavoratori è grande dato che i conti non sono mai stati in rosso.
Chiusure in tutta Europa e negli States
La Disney aveva annunciato nella primavera di questo anno che tutti e quindici i punti vendita presenti in Italia, al pari di quelli presenti in altri paesi europei sarebbero stati chiusi. Quando una multinazionale del genere prende una simile decisione o lo fa perché gli affari vanno male o perché ha trovato un modo più conveniente di vendere i propri prodotti: in questo caso, date le informazioni a disposizione, si può propendere maggiormente per tale ipotesi.
Pensare alla chiusura del negozio di Roma provoca tristezza, sopratutto se si pensa che per anni il Disney Store al Centro è stato parte delle fantasie e dei sogni realizzati di tantissimi adolescenti, adulti e bambini. Parlando di occupazione la ricaduta di questa decisione è decisamente importante se si pensa che sono almeno 230 i dipendenti che hanno perso il lavoro dopo l’annuncio della chiusura. E non appare essere assolutamente di consolazione il fatto che gli esuberi colpiranno sia sessanta negozi statunitensi e gli altri punti vendita europei.
Percassi assorbirà una parte dei lavoratori
Sindacati e lavoratori non comprendono poi perché non ci sia stata una vera e propria discussione su eventuali problemi o potenziali esuberi ma sia stato dato l’annuncio quando tutto era stato deciso e senza contraddittorio. Grazie a un accordo raggiunto con il Gruppo Percassi, si dovrebbe riuscire a ottenere il riassorbimento del 70% dei lavoratori italiani licenziati dalla Disney.
Il noto gruppo franchising assumerà gli ex dipendenti degli store chiusi nei punti vendita Percassi di Verona, Roma, Firenze, Catania e Napoli. Da quel che si evince da fonti giornalistiche, si dovrebbe riuscire a ottenere l’assunzione di una buona parte dei lavoratori: ciò non toglie che per alcuni persone non vi saranno possibilità d’impiego e sarà per loro necessario ricominciare da capo.
La Disney è una azienda multimiliardaria, con partecipazioni in altri grandi colossi mondiali: è facile pensare, a prescindere da tutto, che si tratti di una mossa strategica, più che altro perché è molto più semplice per la società in questione gestire l’aspetto merchandising della propria esistenza. È normale che seguendo questo approccio, risparmiando sui negozi fisici del brand è possibile evitare una grossa fetta di spese e ottenere un fatturato maggiore, soprattutto concentrando la logistica in una sola modalità di vendita.