Hollister a Roma, ci siete mai stati? Noi giusto ieri ed abbiamo notato qualche cosa che vogliamo descrivervi. Anzitutto l’effetto alone, ovvero quello che ti fanno studiare all’unversità e che tratta della capacità seduttiva della bellezza fisica. Ragazzi e ragazze tutti belli, giovani e che ti dicono “Buongiorno e benvenuti” appena entri, infattim contribuiscono a metterti di buon umore appena varchi la soglia del negozio Hollister. Sì, anche se se lì solo per dare un’occhiata e nulla più.
Poi cè la house e la commerciale sparate a manetta, che ti fanno subito entrare nel clima partita una volta abbandonati, alle spalle, lingresso. Che nel caso del punto vendita a Roma est è realizzato in due modi. Il primo per chi accede da un lato è ‘normale’, come un negozio qualsiasi, mentre l’altro, per chi arriva ad esmepio dal Disney Store o da Desigual, giusto per indicarvi il senso di provenienza, prevede l’impegnarsi della scaletta in legno che ci immette, di botto, nell’ingresso principale.
Eccoci arrivati di fronte agli articoli. Camicette, shorts, costumi, tutta la linea beachwear dispiegata negli scaffali e poi ecco che in cassa, dietro, ci sono appollaiate almeno 4/5 tavole da surf. Tutto riconduce ed induce ad immaginarci in un cocktail bar-stabilimento californiano, by night. Atmosfera quasi buia, con un occhio di bue puntato grosso modo solo su ogni articolo. Così, entrato subito in empatia con il meccanismo, focalizzi quanto prima l’attenzione sul capo che ti garba. Come cavolo puoi pensare di non comprare nulla ed uscire a mani vuote? Capirai, pensi: ci sono pure i saldi privati 2013 di mezzo. Anche noi lo abbiamo pensato e, ad onor del vero, abbiamo acquistato. Ma stavamo per mollare la presa dopo ben 5/10 minuti di attesa in cassa. Sì, nell’unica cassa funzionante. Le altre, nonostante la presenza di 3 addetti proprio di fronte alle macchine, non ‘lavoravano’. Chissà perché. Davvero l’unica nota stonata di fronte ad un meccanismo Hollister ben coniato.
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