Natale Roma 2010: come si temeva, alla fine, è andata bene solo ai centri commerciali.
Lieve ripresa degli affari, ma negozi al dettaglio un po’ in affanno. E’ quanto emerge incrociando i dati di Confcomemrcio e Confesercenti della capitale. Secondo i quali, oltretutto, i dati vendita stigmatizzano perfino una lieve ripresa fino al 5 per cento.
Però, nel profondo, è appunto andata ok ai grandi distributori e agli outlet.
Bene, ma questo era il segreto di Pulcinella, il comparto alimentare e l’hi-tech, mentre alcune attività di abbigliamento, intimo e calzature hanno fatto segnare un calo.
Il ragionamento alla base di questa tendenza non è roba da Soloni: i saldi sono alle porte e dopo la querelle inziale (della e sulla quale vi abbiampo rendicontato) i romani hanno recepito che “se devono dà na mossa’. In vista della data anticipata al 6 gennaio hanno cominciato a risparmiare proprio su quei capi che non si deteriorano con il tempo, in maniera da presentarsi belli, lindi e pinti, all’apertura dei negozi il giorno della Befana.
Ecco svelato, almeno in parte, l’arcano.
Le richieste, dunque, si sono accentuate su alimentari, hi-tech e libri. Anche qui il ragionamento è piuttosto spicciolo.
Spiegato il primo (i romani si privererebbero pure dell’aria, ma non del cibo), il regalo sotto l’albero ha avuto proprio le dimensioni ed anche, tutto sommato, i prezzi contenuti dell’oggettino elettronico o, appunto, del libro. L’hi-tech, complici anche i forti ridimensionamenti dei prezzi allo scaffale, ha tirato da matti. In testa mp3 e telefonini. Il libro, grazie a Dio, è tornato a brillare di luce propria, ma conoscendo la disaffezione alla lettura della maggior parte degli italiani ci permettiamo di avanzare un sospetto: non è che sia andato bene solo perché con una quindicina di euro ci si può togliere il pensiero e, soprattutto, perché anch’esso si incastrava assai bene sotto l’abete?
Photo Credit|bitcity.it
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