Anche a Roma, come nella maggior parte delle grandi città d’Italia, i saldi estivi sono stati un flop: e tra previsioni azzeccate e preoccupazioni montanti, quel che appare evidente è che per riprendersi il comparto del commercio ha bisogno di trovare una soluzione.
Perdite molto alte rispetto agli scorsi anni a Roma
Qualche giorno fa David Sermoneta, responsabile della Confcommercio per i negozi del centro della Capitale, commentando i risultati ha spiegato che si trattava di qualcosa che i negozianti, in qualche modo avevano previsto. E sottolinea che la percentuale del crollo delle vendite non è disponibile perché impossibile calcolarla: rispetto allo scorso anno, spiega, “una disfatta del genere non si può paragonare a nulla“. E per la prima volta dagli anni ’70 la sua boutique nei pressi di Piazza di Spagna, chiuderà ad agosto.
Una situazione che si verifica, inutile dirlo, perché manca tutto quel flusso turistico che negli scorsi anni assicurava importanti guadagni a tutti. Meglio a questo punto andare in ferie che rimanere preda della frustrazione nel vedere che anche importanti saldi e sconti non riescono a far vendere quanto si dovrebbe.
Lo smart working a quanto pare ha il suo peso in questa problematica: l’unico settore che è cresciuto davvero nell’abbigliamento è quello dei costumi da bagno e non perché partano tutti, ma perché molti lavorano dalle case al mare collegati con il pc. Come già notato anche a Milano, non mancano magari i curiosi dei prezzi, ma le vendite rimangono molto più basse rispetto ai livelli del 2019, soprattutto in quelle che sono le vie del lusso.
A pesare anche altri fattori oltre al calo turistico
A vendere un po’ di più, ma sempre sotto ai dati degli anni passati, ci pensano i negozi in periferia e quelli che offrono prodotti a prezzi più convenienti o che con una campagna marketing ben calibrata sono riusciti ad attirare l’attenzione dei romani. Il problema dei saldi e di Roma non è legato però solo al minore flusso di turisti: anche il perdurare del rispetto degli orari di apertura e chiusura stabiliti appena finito il lockdown stanno inficiando molto le possibilità di fatturato dei negozi romani.
E non aiuta nemmeno una tassazione iniqua, basti pensare alla Tari, sugli esercenti: se nei mesi di lockdown sono stati chiusi e non hanno prodotto rifiuti, perché non aiutarli sospendendo il tributo per quei mesi dando in questo modo una spinta alla ripresa?
Tirando le somme i saldi a Roma sono andati male e le ragioni sono diverse: se la Capitale vuole risollevarsi è tempo che vengano prese decisioni mirate.