Saldi Roma 2011, in città si igoca d’anticipo poiché il momento è drammatico, sostemgono gli informati, così le svendite vengono accorciate. Altro che il giorno prima della Befana, ovvero quel 5 gennaio 2012 sul quale già non in pochi a loro tempo strocevano il naso poiché si pensava troppo schiacciato sulla coda del Natale appena terminato. Un corno: qui molti commercianti pare non vendano e così meglio svendere che trovarsi gli scaffali pieni.
Ma siamo sicuri che questi scaffali sono pieni? Dunque: i dati sostengono che nonostante la mazzata del governo Monti il comparto alimentare regge, come pure l’eletronica di consumo. Da sempre, quest’ultima, tanto cara agli italiani ed ai romani in particolare. Molto, ma molto interessante, analizzare cosa sostengono al riguardo le tre maggiori associazioni di categoria (consumatori e commercianti) quali Codacons, Aduc ed Adoc. La prima, forse la più nota, tuona contro i saldi invernali 2012 Roma. “Macché 2012 – attaccano – andavano anticipati a prima delle feste. Dopo la gente avrà speso tutto quello che aveva e non le resterà più nulla”.
Per l’Aduc addirittura il termine “saldi” va abolito quanto prima. “A partire dal primo gennaio prossimo scatteranno perfino le liberalizzazioni degli orari e purtroppo si continua a parlare di svendite”. Per l’associazione il mondo del consumo è cambiato ed i commercianti devono darsi una svegliata, attaccandone le loro corporazioni. L’Adoc, da par suo, si accoda a chi non vuole sentire parlare di date o comunque propone di giocare il colpo in anticipo rispetto alle date previste. Il calo degli acquisti prevedono che sarà attorno al 16 per cento ed in base a questo dato è bene assecondare i portafogli dei clienti. A proposito: il botto pare lo abbiano fatto le scarpe e l’abbigliamento in generale, fatti passare in secondo piano. L’atteggiamento della gente, dunque, per questo Natale 2011 si polarizzerebbe tra il sostentamento con l’alimentare e ciò che in molti considerano effimero come l’elettronica di consumo, tipo Ipad smartphone vari. Siete d’accordo?
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