Sui saldi a Roma permetteteci una breve riflessione. Magari partendo dalla lettera aperta di un abitante al centro della città che ha indirizzato la sua msisiva al quotidiano Il Messaggero. L'oggetto dello scrivere era “I saldi occasione mancata”. Il lettore/scrittore, peraltro in ottima prosa, metteva in risalto come al di là della partenza del 5 gennaio, nella capitale ci si fosse più o meno subito arenati. Che è successo? Come mai poi ci si è fermati? Scorrendo la lettera, una delle argomentazioni è stata fatta vertere sul Natale a prezzo pieno e poi il calo del cartellino. Troppo stretto, questo giochino, quando c'è la crisi. Insomma, ecco l'invettiva: se io vedo un giaccone (senza fare nomi e cognomi) a costo x al quadrato sotto le feste, perché mai dovrei comprarlo a quella cifra lì quando neppure due settimane dopo me lo ritrovo ad y/2 (metà prezzo o quasi, rispetto a prima) e senza fare neppure troppa fila per accaparrarmelo? Beh, ecco che allora il ragionamento regge. Da questi saldi privati a Roma, in effetti, b
isogna per forza trarre debiti spunti. Anzitutto che bisogna sul serio cominciare ad interrogarsi se non vale proprio la pena introdurli direttamente a ridosso delle festività natalizie. Certo, così rischia di saltare tutto il sistema perché parecchia merce (specie per i negozi di Roma con meno ricambio repentino) potrebbe restare sul gozzo al commerciante che l'ha ordinata. Però, allora, perché non cominciare a studiare formule per provare a vedere se così la gente sarebbe più interessata all'acquisto? A cosa serve, aggiungiamo noi, lasciare i costi immutati sotto Natale 2012 e poi, de facto, quando parte la stagione dei saldi a Roma 2013 vendere sempre meno rispetto all'anno scorso eccezione fatta per il primo giorno di ribasso? Guardate: noi con i commessi e con i negozianti ci parliamo spesso ed i segnali, purtroppo, sembrano andare in tal senso. Per Natale la gente salta a piè pari le spese sopra ai 30 euro e rimanda tutto il suo sforzo economico primo giorno utile dei saldi. Poi, chissà. Riflessione finale: si può andare avanti così?
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