Saldi Roma 2011, a neppure poche, pochissime ore dall’avvio si placano le polemiche tra associazioni e Regione.
Nel senso che sulla scelta operata dall’Ente Locale in materia (l’apertura al 6 gennaio e non più avanti, come poche settimane addietro si ipotizzava) arrivano nuove critiche da parte di Conferesercenti.
“Con questa data è stata fatta una chiara scelta di campo – spiega il presidente regionale Valter Gianmaria -. Sono stati privilegiati i centri della grande distribuzione, i centri commerciali, il tutto a scapito della piccola e media impresa diffusa nel settore dell’abbigliamento e delle calzature all’interno del nostro territorio. Questo, di fatto, ha bloccato le vendite nel periodo natalizio nel comparto, facendo registrare un calo del 15, 20 per cento e determinando una ulteriore difficoltàa quelle che già erano presenti”.
Oltre alla crisi economica, insomma, Confesercenti batte anche sulla non conformità delle regole. Un guaio.
Controbilanciato, pur se solo in parte, dalle previsioni ottimistiche (?) operate da Federabbigliamento-Confcommercio Roma. “In totale, tra saldi estivi ed invernali, nelle vendite di fine stagione gli esercizi commerciali muovono oltre il 30 per cento del giro d’affari totale della loro attività”, spiega il presidente Roberto Polidori. “E di queste spese oltre il 50 per cento è concentrato su articoli di abbigliamento, calzature ed accessori. Le prime stime sulle vendite di Natale ci segnalano come gli acquisti non siano andati male e che, pur se in maniera equilibrata ed in linea con lo scenario economico attuale, le famigie romane hanno addirittura comprato un po’ di più rispetto allo scorso anno”. Certo, il fatturato complessivo “ha avuto un calo dell’8 per cento rispetto al 2009”, ma l’anno lo considerano buono. Già: ma allora perché, ad esempio, Federstrade , neonato (ma neanche troppo) consorzio che raggruppa numerose associazioni di categoria recita un de profundis soprattutto per quel che attiene le piccole attività? Dov’è, aggiungiamo e ci chiediamo noi, la verità? Non è che, in effetti, in piena atmosfera-saldi si sta creando una forbice troppo divaricata tra i centri commerciali ed i negozi tradizionali?
Photo Credit|chiaralalli
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