Avete aspettato tanto i sadi estivi nei negozi di Roma e ora vi sentite orfani? Già, perché il Lazio è proprio la prima regione dove i tanto attesi saldi sono già terminati. Chiuso quindi nella regione il periodo di saldi estivi. Ed è tempo di bilanci, come di consueto. Ci pensa immediatamente il Codacons. Che comunica il suo primo bilancio riguardante la stagione appena (ahimè) trascorsa. Ecco allora che si scopre che ad una prima analisi la spesa per famiglia non ha superato la cifra dei 200 euro. Gli acquisti non hanno subito fessioni rispetto alla tendenza dello scorso anno.
Nessun miglioramento, quindi, a detta del Codacons: le previsioni vengono confermate. I negozi di alta moda, quelli al centro della capitale, però, hanno sollevato la media. Quelli situati in periferia non hanno invece registrato segnali di miglioramento. Il Codacosn ha stilato poi una sorta di top ten delle violazioni e degli abusi segnalati dai consumatori per i negozi di Roma. Spiccano in classifica le scritte grandi e ingannevoli che annunciano grandi sconti e la presenza di falsi saldi con merce scadente o fuori moda.
Ecco la top ten del Codacons per i saldi estivi appena conclusi nella Capitale:
1) Scritte ingannevoli. Spesso manifesti giganti annunciano “sconti del 50%” o addirittura “Tutto al 50%” ma quando ci si presenta alla cassa si scopre che non è così.
2) Sconti falsi. Per invogliare il consumatore a comprare, si gonfia il prezzo vecchio così da aumentare la percentuale di sconto. In alcuni casi il prezzo in saldo è identico al precedente.
3) Fondi di magazzino. Invece di vendere i capi della stagione appena conclusa, vendono merce fuori moda.
4) Cambio merce difettosa. Viene negato il diritto di cambiare la merce difettosa
5) Capi mischiati. Per evitare equivoci la legge prescrive che la merce in saldo deve essere separata in modo chiaro e inequivoco dall’altra.
6) Cartellini assenti. Non vengono indicate tutte e tre le scritte previste: vecchio prezzo, nuovo e sconto applicato.
7) Vetrine coperte. Non consentono di vedere la merce da fuori, costringendoti ad entrare.
8) Prova dei capi. Non è obbligatoria, ma perché negarla solo in occasione dei saldi?
9) Commesse frettolose. Nessuno ti dà retta, risposte a monosillabi, talvolta poco garbate.
10) Carta di credito. Il commerciante rifiuta forme di pagamento elettronico.
Via|Codacons