Caffè a Roma, da considerarsi, magari, perfino un tempio?Si chiama Sciascia dal 1922 e sta in Prati, in via degli Scipioni. C’è chi sostiene che non passarci sarebbe un delitto, un peccato grave. Noi non la facciamo così tragica, ma vi consigliamo comunque di andarci a bere qualcosa. Fino a dodici anni fa il locale era solo una torrefazione. Vi si lavorava e produceva il caffè, certo, ma non si apriva al pubblico.
Pensate: in una zona così densa di uffici, di elegante e non sguaiata movida mancava, pur essendo presente dai lontani Anni Venti, un caffè del genere. Bene: è accaduto, allora, che Adolfo Sciascia, nipote del fondatore siciliano di questio locale, se ne sia preso l’incarico. Aprendo a tutti e conseguendo il giusto tributo.
La bevanda doc per migliaia di romani che viene servita in eleganti tazzine di fine porcellana. Preziose ceramiche che al di là del mero fattore estetico, conservano, trattengon, aroma e sapore autentici fino a far raggiungere, intatti, il palato di chi lo ordina. Gusto esaltato, rispetto per il significato del termine caffè: questa la semplice ricetta del successo targato Sciascia. Il profumo appena entrai, poi, è avvolgente. L’arredo in legno e le antiche foto appese alle pareti del posto restituiscono il volto di una Roma quasi del tutto sparita.