Saldi invernali a Roma, il decalogo anti fregature dell’Adiconsum

Saldi invernali a Roma, ecco le regole diramate dall’Adiconsum per comprare, sotto ribasso, in tutta (o quasi) sicurezza.

Pietro Giordano, segreterario generale dell’associazione consumatori più importante del nostro Paese, da un lato invita i clienti ad attenersi a qualche indicazione per non rimanere fregato. Dall’altro, invece, invita  Confcommercio e Confesercenti ad “aprire un tavolo con tutte le Associazioni dei Consumatori rappresentative per liberalizzare progressivamente il commercio a tutela dei consumatori. Attaccando chi incomincia a fare saldi ben prima delle date concordate.

“Confcommercio e Confesercenti sanno benissimo – dice Giordano – che i commercianti effettuano sconti durante tutto l’anno, arrivando ad inventare anche la ”stagione sommersa dei pre-saldi”. Insomma: basta con regole  antiche e con modi “sotterranei” di far sapere al cliente affezionato che può comprarsi il capo ben prima del via ufficiale.

“Sull’oggetto in saldo deve essere sempre riportato il prezzo d’origine non scontato, la percentuale di sconto applicata e il prezzo finale – spiega Giordano -. Inoltre è meglio diffidare di quei negozi che espongono cartelli con sconti esagerati e fare riferimento a negozi già conosciuti per acquistare la merce in saldo: sconti superiori al 50-60% nascondono spesso merce non proprio nuova. Inoltre bisogna fare attenzione all’eventuale presenza di merce venduta a prezzo pieno insieme alla merce in sconto e confrontare i prezzi con quelli di altri negozi, magari annotando il prezzo di un capo o della merce a cui si e’ interessati”. Per l’Adiconsum è anche bene verificare che il prodotto offerto in vetrina sia lo stesso che verrà presentato in negozio.

CAPITOLO PAGAMENTI

“Nel periodo dei saldi i negozianti che normalmente li accettano con bancomat o carte di credito ed espongono il relativo logo, sono tenuti ad accettare i pagamenti elettronici”. Diffidare, infine, dei capi di abbigliamento “che possono essere solo guardati e non provati, anche se è a discrezione del commerciante consentire o meno di fare provare la merce.

Natale Roma 2010, dopo la guerriglia urbana chi ripagherà i commercianti danneggiati?

Negozi aperti a Roma, un capitolo che martedì 14 definire nero sarebbe utilizzare un eufemismo.
Le ripercussioni per l’andamento della giornata politica, infatti, è cosa ormai nota a tutto il Paese come abbiano portato scompiglio lungo le vie del centro storico e  non solo.
Adesso, però, il dato che ci porta a scrivere alcune righe è ancora più pesante e, a nostro avviso, giustifica il discuterne: proprio il delegato per il Centro Storico, Dino Gasperini, ha reso noto che nei prossimi giorni incontrerà le numerose associazioni di categoria a Roma per fare il punto su quanto avvenuto la giornata di martedì. Quando molti negozi hanno dovuto per forza restare chiusi dalla mattina alla sera, onde evitare che prevedibili atti di vandalismo a seguito dell’esito delle votazioni alla Camera portassero maggiori conseguenze di quelle che, purtroppo, hanno lo stesso portato.

Le cifre della guerriglia urbana a Roma parlano chiaro: migliaia e migliaia di euro andati in fumo in poche ore. Vetrine e serrande distrutte, ma, oltretutto, anche la beffa: chi se l’è cavata, nel senso che il proprio esercizio commerciale non è stato toccato dallo tsunami della protesta, ha dovuto comunque, per forza, rinunciare al guadagno. Chi ha rischiato, invece, oltre a vivere una gionata dentro il negozio con elmetto e scudo come al MedioEvo, ha comunque perso l’80 per cento (dati diramati da Confcommercio Roma) degli incassi giornalieri. Atro che febbre da shopping natalizio. Un altro giorno così e saranno davvero dolori.

Saldi Roma 2011 anticipati al giorno della Befana

Saldi Roma 2011, sulla data di partenza ancora un nulla di fatto. Come già vi avevamo anticipato pochi giorni fa, infatti, la questione, pur in teoria essendo abbastanza nota, sta risultando di non facile risoluzione pratica. Insomma: è una data; un numero, ma di sconti e promozioni a Roma ancora non si sa quando se ne dovrà parlare.

Una breve overview, giusto per rinfrescare la memoria. Prima si era più o meno tutti d’accordo per far cominciare le vendite in un dato momento. La data fissata era quella del 15 gennaio 2011 e tutto sembrava andare per il verso giusto. Poi, la decisione (in senso federalista) di far anticipare i ribassi alla maggior parte delle regioni. Anche e soprattutto a quelle limitrofe al Lazio. Ma non nel Lazio stesso. Un’iniziativa che ha spinto Confcommercio Roma a mettere il piede sul pedale del freno, con Cesare Pambianchi che ha chiesto lo stop alla data di metà gennaio, puntando invece anche ad accelerare eventuali aperture anticipate. Addirittura è stata proposta la metà di dicembre.

Una soluzione, questa, che però non ha trovato l’unanimità. Confesercenti, infatti, con il suo presidente Giammaria rivendica come “il 95 per cento dei romani attenda quella data e non prima”. Inoltre, avanzano in non pochi, si metterebbero a rischio le spese di Natale.

Comunque, ogni volta che si avvicina il periodo dei saldi c’è sempre un po’ di incertezza. Fu così anche l’estate scorsa.

Saldi Roma 2011, i commercianti cercano l’intesa sulla data d’inizio

Saldi Roma 2011, ma quando si parte? E’ vero: c’è il Natale in arrivo e da un punto di vista commerciale non è che si dovrebbe inzuppare il pane già dentro questo nuovo argomento; però il bailamme è evidente ed anche tra i cittadini, non solo tra gli addetti ai lavori, al riguardo permane molta, ma molta perplessità.

I fatti. Tutto, stavolta, sembrava fosse definitivo. Saldi privati, argomento funzionale a svuotare la merce rimasta inevasa dopo le feste natalizie ed allo stesso tempo in grado di far sbizzarrire un poco i romani che così possono comprarsi capi pregiati, in genere di abbigliamento, a costi quasi popolari. Un ticket messo nero su bianco anche d’intesa con la Regione Lazio. L’assessore alle Attività Produttive Pietro Di Paolo, infatti, aveva  raggiunto un’intesa con le associazioni di categoria per farli partire il 15 gennaio. In modo, si era convenuto pensare, da raggiungere quel punto di equilbrio dove ne guadagnavano tutti: da chi gestisce i negozi a Roma, appunto, fino ai consumatori. Confcommercio e Confesercenti di Roma avevano appunto raggiunto l’agognato accordo ed il capitolo sconti Roma sembrava concluso.

Il problema, però, è sorto allorché le altre regioni italiane hanno giocato d’anticipo. Facendo venire la ‘strizza’ a chi con i consumi ci campa. Abruzzo, Marche, Toscana ed Umbria, ovvero i territori che confinano con il nostro, partiranno il giorno della befana (6 gennaio). Una calza amara, insomma. Con dentro tanto carbone e, per giunta, senza che i destinatari (ergo i romani) abbiano fatto i cattivi in modo particolare. La Campania, poi, partirà addirittura il 2 del mese prossimo. Figurarsi i nostri: “La gente – dichiarava l’8 dicembre Cesare Pambianchi di Confcommercio Roma – andrà a comprare nelle regioni limitrofe e noi, adesso, non possiamo permettercelo”.  Logico, da un certo punto di vista, chiedere un allineamento. Per oggi, dunque, è stato convocato un nuovo tavolo regionale con gli addetti ai lavori. Anche perché lunedì prossismo, all’ordine del giorno, ci sarà la legge di riforma, appunto, in materia di saldi. Farla slittare ancora renderebbe impossibile agire per tempo.

Commercianti di Roma, Natale più insicuro

Proprio a ridosso delle feste, i commercianti di Roma lamentano di aver paura per violenze ed atti intimidadori nei loro esercizi. Lo rivela un sondaggio commissionato da Confcommercio Roma ed illustrato in queste ore a media ed opinione pubblica. Spqr, sicurezza per qualificare Roma (questo il nome della tavola rotonda nel corso della quale sono stati sviscerati i dati) rivela come nel corso dell’ultimo anno la paura l’abbia fatta da padrona. Checché neghino le istituzioni, in effetti, se addirittura un 35 per cento di esercenti è giunto a dotarsi di ulteriori, in molti casi perfino basilari, sistemi di sorveglianza e di messa in sicurezza dei negozi, qualcosa di vero deve pur esserci. O no? La quasi totalità degli esercenti stessi, perciò, dichiara che il senso di insicurezza è cresciuto non poco.

“Non è vero – spiega invece il sindaco di Roma, Gianni Alemanno -. I sondaggi effettuati ogni tre mesi ci descrivono, al contrario, come i romani si ritengano più sicuri”. Lo stesso questore di Roma, Francesco Tagliente, sottolinea che se da un lato le cose vanno per il verso giusto, dall’altro, visto che c’è questo timore di insicurezza  “c’è incapacità di comunicazione” nel dire che la situaizone invece è soddisfacente.

In soldoni: si sta meglio ma le istituzioni lo dicano a gran voce. Lo stesso Istat, l’istituto di rilevazioni statistiche nazionali più conosciuto ed accreditato, rivela che assieme a Puglia e Campania i cittadini del Lazio sono quelli con maggiori timori. Però è sempre l’istituto a sottolineare che, invece, dal 2002 ad oggi sono comunque diminuiti i reati contro personi e cose.