
La prima volta che ho assaggiato un cioccolatino Godiva è stato lo scorso San Valentino. Ero a New York e avevo ricevuto una meravigliosa scatola rosa a forma di cuore. Pur non essendo un’amante del cioccolato, il contenuto di quella scatola aveva un invidiabile potere seduttivo. Cioccolatini neri e bianchi, mai uguali tra di loro, dall’aspetto curato nei minimi dettagli nascondevano la segretezza del loro gusto intimo. Ricordo che ho dovuto ben presto cedere alla tentazione di assaggiarli tutti per metà. E ad ogni morso mi rivelavano la sorpresa di un piacere inatteso. Il mio preferito è stato da subito quello ricoperto di cioccolato bianco al ripieno di marmellata. Naturalmente non ho mai smesso di ringraziare il mio ragazzo per quel regalo appetitoso. Tornata in Italia ho scoperto con gioia che esiste una filiale del famoso cioccolatino anche a Roma, in un elegante atelier di Piazza di Spagna.
Acquistando un Godiva non si riceve unicamente l’eleganza delle confezioni dorate e i dettagli delle decorazioni fatte a mano con addobbi di semplici fiocchi e nastrini ma si acquista soprattutto il gusto della pralineria belga. La nascita dell’azienda si deve infatti a Joseph Draps e aveva la sua base a Bruxelles. Era il 1926. Molti anni dopo, nel 1972, la Campbell Soup Company acquisì l’azienda espandendone il successo con l’apertura di 270 punti vendita in tutto il mondo.