Treno aeroporto Fiumicino Roma, parte il nuovo Leonardo Express e allo stesso tempo girano pure i tornelli una volta scesi alla stazione dello scalo, proprio di fronte alle partenze. Mica male l’ammodernamento proposto da Trenitalia: il costo è di 15 euro e stavolta per prenderlo alla Stazione Termini non ci si dovrà ammazzare. Infatti si è cambiati banchima, imponendone una meno distante dalla metro.
Al di là delle cerimonie alle quali hanno ovviamente partecipato, tra gli altri, l’amministratore delegato di Trenitalia Moretti e la presidente della Regione Lazio Polverini, il ringovanimento della linea e soprattutto del mezzo è un passo di avvicinamento a quell’auspicio di civilizzazione che ancora purtroppo manca a Roma. Tuttavia, il Leonardo è un Minuetto reso ancora più comfortevole rispetto a quello precedente. Dunque se da un lato Ntv lancia il suo Italo con a bordo la ristorazione di qualità Eataly alla neonata Stazione Tiburtina, dall’altra Trenitalia risponde a tempo di Minuetto. Inoltre, il binario è appunto il 24, uno di testa e non di coda. Abbattere le barriere a tutti i costi e soprattutto senza spese per gli Enti locali: così è stato ed ora è stato anche reso noto che al di là dell’inaugurazione dell’11 dicembre, il processo di ammodernamento riguarderà anche quasi 100 nuove carrozze impegnate su altre tratte regionali. Certo, così come si è augurato Moretti, l’auspicio è che i writer si sfoghino altrove e non sugli esterni dei treni nel ricovero, la notte, in stazione.
Noi scriviamo subito che sarà impossibile che la scampino fin quando i mezzi si lasceranno all’aperto e senza sorveglianza. Inoltre, negli ultimi anni alcun Ente locale regionale ha mai investito un centesimo in una campagna azzeccata contro l’imbrattamento dei muri. Solo qualche spot del sindaco in persona, magari anche volentersoo mentre deterge i muri sporchi assieme agli addetti dell’Ama. Ma è davvero poca cosa. Noi siamo certi che gia poco dopo Natale 2011 le carrozze saranno di nuovo luride. Roma mezzi pubblici: perché, allora, non vediamo come fanno all’estero? In Germania, a Berlino, il problema dei writers è stra noto. Come ci convivono? Come inducono a far canalizzare le loro energie creative (perché comunque è un linguaggio sociale, non lo si dimentichi) altrove?
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